Premessa
L’Ordine degli Ingegneri di Treviso, ogni anno, offre l’opportunità a un giovane ingegnere di concorrere all’estrazione per partecipare al Congresso Nazionale degli Ingegneri.
Dopo 5 anni di tentativi andati a vuoto, quest’anno ho ricevuto la fatidica chiamata che mi annunciava che ero stato estratto. A settembre sarei quindi andato a Santa Teresa di Gallura, in provincia di Sassari.
Quale miglior occasione, se non questa, per raccontare, a caldo, questa nuova esperienza?
Giorno 1 – Arrivo
Ritrovo all’aeroporto di Venezia alle ore 9.30. La partenza dell’aereo è fissata per le 12. Arriviamo a Venezia leggermente in anticipo. Meglio così, giusto il tempo di imbarcare i bagagli, berci un caffettino e, in men che non si dica, atterriamo a Olbia. Da qui il transfer che ci porterà al resort dove si svolgerà il Congresso.
L’atmosfera è di quelle che ti toglie il fiato: l’azzurro del mare si confonde con il celeste del cielo. Solo gli scogli e le isole nello sfondo interrompono la continuità dei colori, mentre ci pensa la sabbia a grana grossa a ricordare che non si è in paradiso ma sulla terra.
Location voto 9.
Giorno 2 – La preparazione al Congresso
Il consiglio di Treviso ha avuto la lungimiranza di anticipare il volo in modo tale che ci fosse un giorno libero. Visto che anche altri Ordini hanno avuto la stessa idea, i momenti conviviali sono stati un’ottima opportunità per approfondire e ampliare le conoscenze (tecnicamente chiamati network). La giornata termina con la cena riservata ai presidenti, alla quale non ho partecipato per ovvi motivi.
Giorno 3 – Il Congresso
Ed ecco in un battibaleno arrivare il primo giorno del Congresso. L’atmosfera è subito esaltante: all’ingresso le hostess consegnano gli immancabili gadget i circa 500 delegati si riuniscono nella sala plenaria.
Si inizia con l’Inno d’Italia e seguire l’Inno della Brigata Sassari. Scopro che tale Brigata è stata protagonista durate la I Guerra Mondiale e la storia è stata raccontata nel libro “Un anno sull’altipiano” di Emilio Lussu. Un’altra opera che si aggiunge alla lista personale dei libri da leggere.
Il senso di appartenenza diventa quindi il tema principale: appartenenza alla propria terra per i Sardi, appartenenza alla Brigata e appartenenza all’Ordine degli Ingegneri (forza paris – forza tutti) . Ci pensa il Comandante, nonché Ingegnere, della Brigata Sassari, Andrea Di Stasio, a motivare e rafforzare il concetto.
Si passa quindi ai saluti, moderati dal presentatore RAI Gianluca Semprini.
Il primo a prendere la parola è il carismatico presidente dell’Ordine di Cagliari, Lorenzo Corda. In 4 punti esprime le problematiche che affliggono la professione, introducendo il titolo del congresso: OLTRE.
Seguono i saluti istituzionali del Sindaco Stefano Pisciottu e dell’assessore regionale Quirico Sanna. Prendono poi la parola Luigi Giudice, Giuseppina Vacca e Pierpaolo Tilocca, rispettivamente comandante dei VVF di Sassari, docente presso l’Università di Cagliari e rappresentante dell’Ance Sardegna. Tutti sono concordi nell’affermare il ruolo centrale dell’ingegnere nella società. Non manca tuttavia, nell’intervento di Tilocca, l’invito a riflettere che negli ultimi anni si sta perdendo l’arte dei mestieri come il muratore che, in fin dei conti, sono alla base di tutto.
Terminano i saluti Giuseppe Santoro (Presidente di Inarcassa), Giuseppe Rossi (Presidente di Accredia), Claudio Guasco (Presidente dei Periti Industriali), Mariano Pudda (Consigliere della Federazione Nazionale degli Ordini dei Chimici e dei Fisici) e Maurizio Savoncelli (Presidente del Consiglio Nazionale dei Geometri).
Ed ecco il colpo di scena: dallo schermo compare Luca Parmitano che saluta tutti i partecipanti al congresso dalla stazione spaziale, dimostrando peraltro che nello spazio non è necessario reggere il microfono.
Cambio di scena e sul palco sale il filosofo Silvano Tagliagambe per la lectio magistralis intitolata Ulterior…Mente. Confesso che ho fatto un po’ di fatica a seguirlo, confido nel fatto che mettano a disposizione il video. L’intervento è stato comunque molto interessante e gradevole, un cambio di prospettiva rispetto a quanto sono abituato. Il tema centrale era anche in questo caso andare oltre, sottolineando la dualità naturale dell’uomo, nell’essere e nell’avere, nell’essere l’osservante e l’osservato, nel dare e nel ricevere, nel cervello e nella mente. Il concetto che più mi ha colpito è stata la definizione di progettualità intesa come “la via di mezzo che esiste tra l’utopia e la rassegnazione“. Molto molto interessante.
Chiude la mattinata il Presidente del CNI Armando Zambrano, esponendo la consueta presentazione di circa un’ottantina di pagine. La relazione tocca un po’ tutti le tematiche che ad oggi risultano più importanti per gli Ordini: si spazia dai temi di carattere sociale alle relazioni con il mondo della politica, dai rapporti con le altre professioni al consumo del suolo e la rigenerazione urbana, dall’equo compenso alle basse percentuali di iscrizione all’Ordine degli Ingegneri. Non manca infine di ricordare alcuni servizi gestiti dal CNI come le piattaforme WorkING e CertING. Riassumere una presentazione così lunga senza correre il rischio di travisarne il significato mi risulta molto difficile, pertanto invito la lettura completa per chi ne fosse interessato (sperando che venga pubblicata su internet).
Ore 15.00 – Pomeriggio
Di ritorno dalla pausa pranzo, ci pensa il carismatico presidente della Dinamo Basket di Sassari – Stefano Sardara – a scaldare gli animi, mostrando alcuni video della squadra vincitrice della Seria A nella stagione 2014-15. Non sono un appassionato di basket, tuttavia il concetto che si voleva trasmettere era quello di fare squadra per andare oltre, concetto che a quanto pare ha permesso a tale squadra di conquistare diversi titoli.
Modulo 1 – Professione Ingegnere: organizzazione, mercato, concorrenza
Salgono sul palco quindi tre protagonisti di studi professionali di dimensioni completamente diverse: Maurizio Teora di Arup, Francesca Federzoni di Politecnica e Paolo Bagliani di Criteria. Si tratta di tre società di ingegneria di dimensioni diverse: Criteria è composta da circa 20 persone, Politecnica 200 e Arup è una multinazionale con più di 15.000 persone divise in 5 macroregioni.
Il moderatore faceva le domande e ogni rappresentante rispondeva a turno. Personalmente, ho notato soprattutto la differenza di organizzazione degli studi grossi rispetto a quello più piccolo (la Arup per esempio dispone di un forum interno tramite il quale i dipendenti nel mondo possono aiutare i colleghi in cerca di aiuto). Si è parlato degli ingegneri italiani costretti ad andare all’estero per trovare soddisfazioni e un salario adeguato, nuove tecnologie, come ad es. il BIM, che oggigiorno risulta sempre più necessario maneggiare. Si è parlato infine di partnership e di lavoro in gruppo, che coinvolge diversi professionisti e che risulta necessario in un mondo che obbliga a specializzarsi sempre di più. E’ stato toccato poi un tema a me molto caro, ovvero come vengono “assunte” le persone negli studi professionali: gli intervistati hanno confermato che solo le società grosse possono permettersi di assumere dipendenti mentre le società piccole sono costrette a lavorare tramite collaboratori con partita iva. Si chiude il modulo con alcuni richiami alla complessità burocratica nella P.A. e sulla necessità di essere sempre aggiornati in un mondo in continua evoluzione.
Modulo 2 – Come cambia il mercato dei servizi di ingegneria
E’ il turno di Gianni Armas (Prelios), Paolo Facchini (Lombardini 22) e Fabio Manzali (TPER). Si tratta di tre società di progettazione meno convenzionali rispetto alle più classiche. Prelios si occupa principalmente di gestione servizi immobiliari, Lombardini 22 si definisce società di progettazione (non soltanto ingegneria) mentre TPL si occupa della gestione del trasporto pubblico di Bologna. In questo caso si sottolinea l’importanza di creare dei gruppi di lavoro multidisciplinari, che coinvolgono figure professionali diverse e della difficoltà che hanno generalmente gli ingegneri a comunicare efficacemente il proprio lavoro. Si ricorda l’importanza che hanno gli strumenti nell’attività lavorativa e ancora una volta si sottolinea l’importanza del BIM nella progettazione.
A fine giornata sento la stanchezza mentale, ma è una stanchezza positiva: è la stessa sensazione che si prova quando si allenano dei muscoli non abituati. L’intervista ai protagonisti della progettazione è stata molto motivante e ricca di spunti. Cercherò di farne tesoro per l’attività lavorativa di tutti i giorni.
Giorno 4 – Il Congresso
Quest’oggi Semprini cede il microfono a Gianni Massa, vice-presidente vicario del CNI. Gianni Massa ricorda come sia necessario avvicinarsi al limite per andare oltre; solo con la consapevolezza del passato è però possibile superare il limite. Sottolinea quanto si stia assottigliando sempre più il confine tra realtà e virtuale. Il futuristico video del 5G ne è una dimostrazione. La giornata di oggi si preannuncia molto stimolante.
Modulo 3 – Ingegneria di frontiera
Inizia la presentazione Marcello Losasso, direttamente dal Cern di Ginevra. Sostiene che il Monte Bianco non rimarrà tale ancora per molto: quest’anno infatti si è superata la la temperatura di 0 °C per molto tempo e il ghiacciaio si sta sciogliendo a vista d’occhio. Il progetto al quale sta lavorando tratta di un acceleratore di particelle impiegato per la generazione di energia insieme al torio e scorie nucleari. In questo modo si prevederebbe di rispettare gli accordi previsti dal COP21 entro 30 anni e le scorie nucleari abbasserebbero il tempo di radiotossicità di circa 1.000 anni. Il torio infine non permetterebbe la realizzazione di armi nucleari.
E’ il turno di Pierluigi Pinna di Abinsula, una società che si occupa di sviluppo di microprocessori. Nonostante la società non sia nata in una grossa città, è riuscita a crescere molto rapidamente fino ad arrivare alle dimensioni odierne, mantenendo tuttavia la sede in Sardegna, e di questo Pinna ne va fiero. Sono riusciti, con parole sue, nella difficile impresa di fare impresa in Italia. E come dargli torto.
Prende la parola Giulia Baccarin, ingegnere biomedico e direttore di I-care. I-Care si occupa di modellazione predittiva: tramite lo studio in frequenza della macchina è possibile prevederne il comportamento con precisione altissima. Ma non solo: Baccarin approfondisce anche l’aspetto dell’intelligenza artificiale (ne esistono di tre tipi: predittiva, cognitiva e interattiva) e delle sue applicazioni in diversi ambiti. Si spazia da applicazioni in ambito energetico capaci di prevedere l’energia eolica prodotta da un impianto ad applicazioni anche in ambito civile per comprendere, ad esempio, il degrado delle strutture. L’importante, conclude Baccarin, è avere la capacità di sognare.
Guido Saracco è un ingegnere chimico, attualmente rettore del Politecnico di Torino. Nel suo intervento sottolinea che sono ben 160 anni, da metà ‘800, che si continua a formare gli ingegneri allo stesso modo. E’ arrivato il momento di cambiare. E’ necessario che al termine degli studi l’ingegnere formato non si soltanto un capoccione (come lo chiama lui), ma che sappia agire in concreto in ambito lavorativo. Per fare ciò, bisogna formare delle persone che abbiano la capacità di problem solving e una conoscenza della società. La sua proposta è realizzare una formazione professionalizzante dove il tecnico formato sia perfettamente in grado di inserirsi in ambito lavorativo.
E’ il momento quindi di un altro ingegnere chimico, Elisa Cimetta, attualmente in forze presso il dipartimento di ingegneria industriale dell’Università di Padova. Cimetta presenta la sua ricerca applicata al mondo della cellula, che tratta come un micro-bio-reattore. In questo modo, è possibile ricostruire tessuti ossei con l’aiuto anche delle cellule staminali. Molto affascinante. Ha anche partecipato a TEDxPadova, qui è possibile vedere il video.
Modulo 4 – Infrastrutture per la crescita
Apre la presentazione Maurizio Décina, presidente di Infratel. Anche lui sottolinea come il modo di insegnare l’ingegneria debba essere aggiornato perché non più al passo con il mondo del lavoro. Spiega poi di cosa si occupa Infratel: si tratta di una società in-house del MEF con l’obiettivo di sviluppare la banda larga a livello nazionale, soprattutto nelle zone cosiddette bianche, ovvero non ancora raggiunte da operatori del settore (Vodafone, TIM, etc..). Vi ricordate lo spot del 5G? Secondo Décina si realizzerà nell’arco di 4-5 anni. Staremo a vedere.
Prende la parola Valer Bortolan, responsabile coordinamento territoriale della Sardegna per ANAS. Bortolan illustra quanto gestisce ANAS in Sardegna, tra manutenzioni programmate, nuovi interventi, case cantoniere, etc..
Termina il modulo Gianluca Cocco, dirigente nel settore ambientale della Regione Sardegna il quale ricorda come l’ingegnere debba occuparsi prima di tutto dell’ambiente e come le nuove generazioni debbano essere “native ambientali” piuttosto che native digitali.
Finisce così la mattinata. Gli interventi sono stati decisamente la parte più interessante del congresso.
Workshop – Digital Transformation
I workshop organizzati sono delle attività che approfondiscono delle tematiche specifiche, in parallelo al regolare svolgimento del congresso. Solitamente approfondiscono tematiche relative alle cosiddette soft-skill.
Siccome la partecipazioni a tali workshop è limitata, ci organizziamo in modo tale da partecipare a turno. A me capita il “Digital Transformation spunti metodologici e operativi per la comunicazione operativa del settore engineering” con Mauro Facondo.
Facondo tratta sostanzialmente il tema della comunicazione, sottolineando che, in un mondo che diventa sempre più digitale, diventa necessario comunicare appunto in modo digitale. E soprattutto distinguersi dalla massa. Ad esempio, i siti delle società di ingegneria sono sostanzialmente tutti simili. Secondo Facondo, invece, bisognerebbe distinguersi dalla massa. Non manca poi una carrellata di vari strumenti innovativi di comunicazione (Trello, Prezi e Reddit tra tutti). Non bisogna tuttavia soffermarsi sugli strumenti, che cambiano rapidamente, ma bisogna soffermarsi sul concetto che ne sta alla base. Personalmente, avendo seguito altri convegni simili, pensavo che fosse meno generico e più approfondito, ma comunque ne ho ricavato spunti interessanti.
Nel frattempo, nella sala plenaria, si è svolto il dibattito di confronto per le proposte congressuali. Nonostante mancasse ancora poco al termine, ho sentito le proposte che sarebbero state alla base della sintesi della votazione della giornata successiva.
Giorno 5 – Il Congresso
Giunge così l’ultima giornata durante la quale si esamina e si vota il documento programmatico. Prima della votazione vengono valutate delle proposte relative alle problematiche meglio esplicitate nel documento di sintesi. A questo link è possibile visionare il documento programmatico. Si chiude la mattinata con la votazione sostanzialmente unanime e l’invito a partecipare al prossimo congresso che si terrà a Parma.
Giorno 6 – Conclusioni
Si chiude così com’era iniziata la settimana dedicata al congresso, il transfer ci porta all’aeroporto di Olbia.
Che dire, un’esperienza del genere non capita certamente tutti i giorni, anzi credo sia più unica che rara. Ho cercato di fare tesoro di tutto quello che ho vissuto e soprattutto delle esperienze che hanno raccontato i relatori. Ma l’aspetto più importante che il congresso mi ha trasmesso è stato sicuramente il senso di appartenenza. Quel senso di appartenenza che è stato richiamato all’apertura e che è stato il filo conduttore durante tutto il congresso e anche (forse soprattutto) nei momenti conviviali. Magari, se tutti percepissero tale senso di appartenenza nella quotidiana attività professionale, si risolverebbero gran parte dei problemi evidenziati.
Fabbro Massimo
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